La storia
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Nota storica sulla Parrocchia di S. Maria Segreta
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L'attuale Chiesa parrocchiale di Santa Maria Segreta in Piazza Tommaseo rappresenta un caso unico ed emblematico di "trasferimento" e di " nuovo conio" urbanistico, a séguito della eccezionale progettazione di un nuovo quartiere abitativo, in stile liberty, messo in cantiere da un cospicuo numero di famiglie imprenditrici della borghesia milanese ( in modo massiccio tra il 1880 e il 1911), che intendevano "migrare" dal centro storico (la zona Cordusio) verso un'area non distante che facilitasse loro il contatto con le sedi degli stabilimenti edificati nella cintura attorno a Milano. Una volta "disegnato" il nuovo quartiere secondo una concezione urbanistica elegante ed ariosa, ne conseguì la decisione: "La nostra chiesa viene con noi".
Dal 1907 al settembre 1909 si perfezionarono gli adempimenti per ottenere le debite autorizzazioni ecclesiastiche e governative al trasferimento della Parrocchia nel rione di nuova costruzione e in rapida espansione, il quale sotto ogni profilo costituiva un allargamento del centro-città. L’antica parrocchiale fu abbandonata il 6 giugno 1910 e fu subito demolita. I lavori per la costruzione della chiesa provvisoria cominciarono nel luglio del 1910 ed ebbero fine il 14 agosto di quell’anno. La chiesa provvisoria venne chiusa al culto il 28 giugno 1918, e per sei mesi, fino alla sua demolizione, fu deposito militare.La costruzione della nuova chiesa parrocchiale, su progetto dell’arch. Brusconi, cominciò nel 1912 (la prima pietra era stata posata e benedetta dal Card. Ferrari nel maggio 1911) e terminò, dopo varie peripezie, non poche controversie e rilevanti difficoltà economiche connesse anche con la guerra, il 18 ottobre 1924.
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La borghesia, la professionalità e la fabbrica: il quartiere nacque dunque come espressione anche urbanistica di una innovativa fase della storia di Milano, città — simbolo delle sinergie dello sviluppo economico e della consistenza del tessuto civile e sociale, nelle forme meditate della motivazione culturale e religiosa e nell'apporto creativo delle tradizioni umanistiche e spirituali per il nuovo cammino. Pier Paolo Pasolini ne "lesse" con provocatoria intuizione la portata e le sottili tensioni quando, nel 1968, diresse il film Teorema: memorabile la sequenza in cui affiancò piazza Tommaseo, luogo di incontro degli studenti e delle studentesse della borghesia — una lunga, silenziosa panoramica sull'Istituto delle Marcelline e sulla facciata della chiesa di S. Maria Segreta — alla visione dei cancelli degli stabilimenti Falck di Sesto San Giovanni al momento dell'uscita degli operai. Non solo, quindi, a cavallo dei due secoli si spostò la "parrocchia" intesa come comunità (essa era attiva dal sec. XI), ma anche fisicamente l'edificio-chiesa: nel senso che, abbattuto nel 1911 quello settecentesco (arch. Giulio Galliori), che si trovava ai margini del giardino di caccia del Castello Sforzesco, col ricavato della vendita del terreno sul quale sarebbe stato ampliato il Palazzo delle Poste, si costruì in Piazza Tommaseo quello nuovo "a immagine e somiglianza" del precedente. La cura fu di riprodurre, specialmente all'interno, il volto familiare della chiesa demolita: i marmi, gli altari, la suppellettile furono riutilizzati per ricreare l'atmosfera dell'antica chiesa. Il progetto fu messo a punto dall'arch. Augusto Brusconi.
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La costruzione avvenne tra il 1912 e il 1918. La facciata ebbe, rispetto alla precedente, un'intonazione decisamente più monumentale. Le fu da modello quella di S. Alessandro. Nel 1924 venne anche ricostruita, sul lato destro della chiesa, la bella e armonica facciata della demolita chiesa di S. Giovanni Decollato alle Case Rotte. Più che apprezzabile è il patrimonio d'arte confluito nell'attuale chiesa di Santa Maria Segreta, proveniente sia dalla chiesa di S. Vittore al Teatro (i garbatissimi angeli-musici luineschi nell'attuale cappella-battistero), sia dalla storia della chiesa parrocchiale di S. Maria Segreta: degni di nota l'Incoronazione della Vergine, tavola di scuola napoletana con influssi fiamminghi (1492), un busto marmoreo di Madonna con Bambino di scuola campionese (fine sec. XIV), i pulpiti lignei disegnati da Luigi Canonica, la splendida sagrestia con arredo in legno e lampadario di Murano settecenteschi. E poi l'icona bizantina, che appartenne a S. Carlo Borromeo, donata dal Card. Schuster. Infine è da rilevare l'apporto variegato alla decorazione interna degli artisti "da chiesa" dei primi decenni del Novecento: del valtellinese Eliseo Fumagalli, del milanese Aristide Albertella, del piemontese Luigi Morgari, di Vanni Rossi della Scuola Beato Angelico, del Vasconi e del Filocamo. Tutti questi interventi documentano significativamente la ramificazione del gusto artistico-iconografico della lunga stagione che precede le svolte del Concilio Vaticano II o immediatamente la segue.
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